A Caso per l'Asia 🇲🇾 Giorno 56: Kuala Lumpur, Malesia
Se non trovi la soluzione dentro di te, cercala all'esterno.
Ieri mi sentivo un po' depresso.
So perché, e allo stesso tempo non so perché. Alcune volte, non importa se sei capace di riconoscere i tuoi schemi mentali negativi e comprendere le ragioni che li scatenano, questi riescono comunque a prendere il controllo della tua testa. Cerchi di combatterli, anche se sai che non puoi farlo con altri pensieri.
L’unica salvezza diventa un aiuto esterno.
Può essere una conversazione con qualcuno, l’incontro inaspettato con un frammento di bellezza nascosto in un dettaglio, o un profumo passeggero che riporta alla mente un ricordo felice.
Basta un attimo, un piccolo istante di connessione con il mondo, per alleggerire quel peso invisibile che grava sulle spalle.
Quando mi sento così, di solito, cammino.
Per me, camminare è l'aspirina più potente che ci sia contro il malessere spirituale. Cammino senza una meta precisa, mi lascio guidare dall’istinto, e decido ad ogni bivio la direzione che in quel momento mi sembra quella più giusta.
Mi ritrovo spesso in angoli sconosciuti di luoghi conosciuti. A volte, incontro qualcuno che riesce a cambiarmi la giornata. Altre volte, mi capita di assistere a una piccola scena di vita quotidiana che mi rallegra.
Anche ieri, ci riprovo, ma non riesco comunque a liberarmi del disagio.
Decido allora di andare al Macanudo Club, la cigar lounge al quarto piano del palazzo Four Seasons, nel cuore di Kuala Lumpur. Spero che l'atmosfera dal fascino anni '50, un buon caffè e un sigaro possano sciogliere il gomitolo di pensieri che mi affolla la mente.
Niente da fare.
Dopo due ore e mezza, mi sento esattamente come prima. Alla fine, mi dico che va bene così. Non si può sempre essere sereni. Anche la negatività fa parte dell'esperienza umana, e l'unico modo per affrontarla è accettarla. Domani mi risveglierò e cercherò di affrontare il nuovo giorno nel migliore dei modi.
Dopo aver lasciato spegnere il mozzicone del Toro che ho appena fumato, pago il conto e mi alzo per andarmene.
Mentre mi avvicino all’uscita, la bella ragazza al bancone mi avvisa che fuori sta piovendo a dirotto e, con un sorriso sornione, mi chiede se io voglia restare ancora un po’. Ringrazio, e declino l'offerta. Voglio immergermi nel buio della sera e affrontare la pioggia.
Scendo in strada e realizzo che non si tratta di un vero e proprio diluvio, ma la pioggia cade abbastanza intensamente.
Hai presente quel tipo di pioggia che, in assenza di vento, sembra invitarti a buttarti sotto di essa?
Non ho con me il Macbook, quindi decido di accettare l’invito.
Mi infilo gli auricolari e faccio partire la mia playlist anni '80 su Spotify. Nelle mie orecchie, Cyndi Lauper inizia a cantare Time After Time.
Alzo lo sguardo e lascio che l’acqua mi baci il viso.
Rimango lì, fermo, mentre la pioggia mi scivola addosso. Intorno a me, la gente mi osserva con un misto di curiosità e perplessità, ma non me ne frega niente.
Sorrido e, a poco a poco, la pioggia e la musica si fondono e creano l'antidoto perfetto di cui ho bisogno.
Il peso che mi opprime si scioglie, e scivola via con ogni goccia d'acqua.
Passeggio per il centro e arrivo ai piedi delle Petronas Towers, illuminate in tutta la loro maestosità.
Uno spettacolo umano magnifico.
Rimango a contemplarle per qualche minuto, prima di incamminarmi verso casa.
Mentre passeggio, realizzo una cosa: da quando sono partito per questo viaggio, non ho quasi mai ascoltato musica, se non nei soliti dieci minuti in cui sono sotto la doccia.
Anni fa, quando ancora mi identificavo con i miei sentimenti depressivi, avevo stilato una lista di pensieri, ricordi e strumenti da usare come ancore nei momenti in cui la vita sembrava travolgermi.
E funzionava.
Mi bastava concentrarmi su qualcosa di bello e significativo: i figli del mio migliore amico che crescevano giorno dopo giorno; il ricordo di quando vidi Messi segnare a pochi passi da me; mia zia, e i momenti passati assieme.
Piccoli pezzi di felicità che, allora, riuscivano a riportarmi a galla.
Certe volte, andavo a correre. Altre riprendevo in mano un libro già letto, soffermandomi sulle frasi che avevo sottolineato, quasi fossero messaggi lasciati da una versione passata di me per aiutarmi nel presente. Oppure scrivevo qualche pagina nel mio diario, cercando di dare forma alle emozioni con le parole, come se metterle nero su bianco potesse alleggerirne il peso.
Non tutte le ancore funzionavano ogni volta che le usavo. Dipendeva dal momento e dallo stato d’animo. Così, le scorrevo una dopo l’altra, come chi prova diverse chiavi per aprire una porta, fino a trovare quella giusta.
La musica era nella lista, ed era una delle azioni più potenti, una di quelle che funzionavano quasi sempre.
Anche ieri, mi ha salvato la giornata.
E so che le canzoni che ho ascoltato durante quella passeggiata sotto la pioggia resteranno impresse in me, associate per sempre a questa città che, giorno dopo giorno, sto amando sempre di più.
Cercherò di ricordarmelo la prossima volta che mi sentirò giù.
Il malessere diventa uno stato permanente solo se glielo permettiamo. Sentirsi depressi è come qualsiasi altro stato d’animo: effimero, passeggero, una nuvola che oscura il cielo ma che, prima o poi, si dissolve, rivelando l’azzurro che è sempre stato lì.
Non combattere l’inquietudine, perché non vincerai mai. Piuttosto, trova quel pensiero, quella canzone, quella persona che sappia riportarti alla leggerezza della vita.
Perché, il più delle volte, ciò che ci fa soffrire non esiste davvero. È solo l'effetto collaterale di una serie di pensieri sbagliati che si incatenano e ci imprigionano senza un valido motivo.
E se da solo non riesci a spezzare quelle catene, non esitare a cercare la chiave al di fuori di te.
Alla prossima,
Grazie per aver letto fin qui!
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Per chi è nuovo da queste parti…
Mi chiamo Riccardo. Sono un viaggiatore senza dimora fissa, giro per il mondo e scrivo online.
In questo momento mi trovo in Malesia, immerso nel mio viaggio A Caso per l'Asia. Sono partito senza alcun piano o biglietto di ritorno, e ogni giorno documento un momento speciale della mia avventura.
La domenica pubblico un articolo in cui esploro una lezione differente che la vita mi ha insegnato, condividendo riflessioni e strategie che mi hanno aiutato a superare gli ostacoli.
Se anche tu sei un sognatore, se hai un animo irrequieto, se dentro di te arde la sensazione che ci sia "qualcosa di più” là fuori, allora La Cantina dei Dannati è il posto giusto per te.
Benvenuto, e buona lettura!