Cosa ho Trovato Perdendomi in Asia
10 lezioni che ho imparato in 4 mesi di viaggio senza piani.
Benvenuto nella Cantina dei Dannati!
Mi chiamo Riccardo. Sono un viaggiatore senza dimora fissa, giro per il mondo e scrivo online.
Parlo a chi non sente di non appartenere. A chi sogna, ma senza farlo vedere troppo in giro.
Storie vere. Viaggi. Cambiamenti.
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Sono partito lo zaino pieno di vestiti e la testa vuota di aspettative.
Un volo di sola andata, nessun itinerario e una sola regola: lasciarmi trasportare dal caso.
Quattro mesi dopo, dopo aver attraversato Maldive, Sri Lanka, India, Singapore e Malesia, sono tornato. Apparentemente uguale, ma con qualcosa in più: una manciata di piccole cicatrici, qualche idea più chiara, e quella strana sensazione che qualcosa, là fuori, mi abbia cambiato.
Ecco cosa ho imparato.
1. La mente mente (soprattutto quando ha paura)
Tutti dicevano che l’India mi avrebbe divorato.
Caos, pericoli, truffe ovunque — “non puoi farla senza un piano.”
Poi ho preso il primo treno. Ho mangiato con le mani. Mi sono perso nei mercati. Ho parlato per ore con perfetti sconosciuti.
Dopo un mese ero ancora lì, e se non fosse stato per il visto in scadenza, ci sarei rimasto.
Insomma… la realtà è spesso meno spaventosa della paura che ci costruisci intorno.
La mente, purtroppo, tende a esagerare.
2. L’offesa è nella mente di chi la riceve
“Gora!”
Lo sentivo ovunque in India, ma non sapevo cosa significasse.
Poi, una donna mi fissò in cagnesco, sputò per terra e pronunciò quella parola con disprezzo.
Solo allora realizzai: gora significa “straniero”. Ero io.
Fu un pugno nello stomaco.
E in quel momento, realizzai una cosa: se non conosci il significato di una parola, non può ferirti. È la tua interpretazione a darle potere.
Il dolore nasce dalla tua reazione, non dalla bocca da cui proviene l’offesa.
3. Non essere troppo diffidente
Alle Maldive, una bambina mi fermò in un vicolo buio.
“Come here,” mi disse.
Il mio cervello, fedele alla sua funzione primaria di tenermi in vita, si attivò come un antifurto notturno: trappola, pericolo, “sta succedendo qualcosa”.
Mi guardai attorno. Niente.
Mi avvicinai. Lei mi porse due piume, sorrise e scappò via. Nessun inganno. Solo gentilezza gratuita.
Il mondo non vuole sempre fregarti: a volte vuole solo regalarti due piume.
4. La felicità è una decisione
Lokku è nato con le caviglie spezzate, in una famiglia poverissima.
Ha passato anni dentro e fuori dagli ospedali. Ora lavora ogni giorno per mantenere in piedi la sua casa, affittando due stanze ai viaggiatori.
Ogni tre ore deve sedersi per alleviare un dolore cronico che non se ne va mai.
Eppure, sorride come se avesse vinto alla lotteria.
“Sono felice,” mi ha detto, “perché ho scelto di esserlo. Non per quello che ho, ma per come scelgo di vedere la mia vita.”
Se può farlo lui, possiamo farlo anche noi.
5. Non è mai troppo tardi per reinventarti
Ali ha vissuto almeno quattro vite.
Un tempo guidava un furgone in Europa, consegnando pezzi per supercar. Poi la finanza. Poi la cucina.
Ha aperto un ristorante. Ha creato piatti come fossero racconti.
E a quarant’anni — quando molti pensano che “ormai è tardi” — ha trasformato quel vecchio van in una casa su ruote.
Ora viaggia. Parla con sconosciuti. Racconta storie.
Ha capito che il momento giusto non esiste, e che puoi sempre cambiare pelle.
Basta volerlo davvero.
6. I luoghi sono solo cornici: i quadri li fanno le persone
Ho visto spiagge tropicali, ghiacciai, vulcani in eruzione.
Ma quasi sempre, ero da solo.
In Malesia ho parlato con un simpatico vecchietto che sosteneva di essere in possesso della ricetta segreta per la longevità, e quel momento mi è rimasto dentro più di qualsiasi aurora boreale.
Non sono i posti a creare i ricordi più belli.
Sono le persone. Sempre.
7. Alcune storie non nascono per durare.
In India avevo trovato un gruppo di persone straordinarie.
Ridevamo, mangiavamo ed esploravamo insieme.
La vita, però, va avanti. Ognuno segue i propri ritmi, svolge le proprie commissioni, torna alla propria quotidianità. E raramente le persone intorno a te sono in sintonia con il tuo modo di vedere la vita o di vivere il tempo.
La verità è che alcune storie nascono con la data di scadenza già scritta.
E la parte più difficile del viaggio (e della vita) è accettarlo e lasciarle andare, senza rovinare tutto cercando di prolungarle artificialmente.
8. A volte, bere troppo è un atto d’amore per la vita
“È come se ti sentissi tremare dentro.”
Così una mia amica una volta descrisse la sensazione del dopo sbornia. Ed è esattamente come mi sentivo quando mi risvegliai dopo una notte brava in Sri Lanka con degli inglesi.
Troppe birre. Troppi brindisi. Una bettola piena di scarafaggi. Soldi persi in scommesse su partite di biliardo tra sconosciuti.
Eppure, nessun rimpianto. Anzi.
È stata una di quelle notti storte ma vere, che valgono tutto il mal di testa del mondo.
Perché non conta tanto cosa fai, ma con chi lo fai e perché lo fai.
9. Se tutto ti sembra sbagliato, forse l’anomalia sei tu
Bangalore mi sembrava una città impazzita: tuk-tuk che si infilano ovunque, bus che stanno in piedi per miracolo, gente che ti urla contro e Lamborghini che sfrecciano tra le mucche.
Poi capii: non era il mondo ad essere fuori posto. Ero io. Con le mie regole, le mie aspettative non dichiarate, i miei occhi da turista occidentale.
Quel caos loro lo vivono ogni giorno.
Quello strano ero io.
10. Non avere un piano è comunque un piano
Sono partito senza sapere cosa stessi cercando.
Il mio unico piano era non averne uno. E come tutti i piani, anche questo può essere scombussolato.
Sono approdato in Malesia, eccitato di cominciare ad esplorare il sud-est asiatico. Dopo tre giorni ho conosciuto una donna. Ci siamo innamorati. Il mio “non piano” è diventato un piano. Mi sono fermato due mesi. Ora conto i giorni per tornare.
A volte, smettere di controllare tutto è l’unico modo per arrivare davvero dove devi essere.
A domenica prossima,
Grazie per aver letto fin qui! ❤️
Non ti ho interrotto con pubblicità, non ti ho venduto un corso, non ti ho chiesto di investire in cripto.
Ho solo condiviso delle riflessioni che, spero, abbiano acceso una scintilla.
Ora, se vuoi pareggiare il karma, c'è un bottone qui sotto. Tranquillo, non esplode. Non svuota il conto. Ma per me, che vivo di parole, significa il mondo.
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Mi ci ritrovo in pieno grazie di avere condiviso