Un breve annuncio prima di iniziare…
Quello che stai per leggere è il primo articolo di una nuova rubrica.
Ogni settimana incontrerò una persona interessante e proverò a raccontarne la storia. Non come un’intervista classica, ma come un ritratto umano. Con le ferite, le svolte e le vittorie.
Questa serie è anche l’anteprima del podcast in arrivo a metà maggio, disponibile su YouTube e Spotify, dove le voci di questi incontri prenderanno forma anche in formato audio e video.
Per aprire le danze, ho scelto una delle mie autrici preferite su Substack: Laura Nasto.
Coach e formatrice, Laura accompagna le persone in percorsi di crescita, cambiamento e consapevolezza.
La puoi seguire su Substack e Instagram, dove condivide riflessioni sincere, esperienze personali e strumenti per chi è pronto a cambiare, o almeno a provarci.
E se senti che è arrivato il momento di intraprendere il tuo viaggio verso la realizzazione, dai un’occhiata anche al suo sito: www.lauranasto.com
E ora, la sua storia…
Da bambini crediamo che tutto sia possibile.
Alcuni vogliono diventare astronauti, altri veterinari, attrici, ballerine. Laura, invece, cambiava sogno ogni mese. Non per capriccio né per distrazione, ma per fame.
Fame di libertà.
È sempre stata così: curiosa, viva, affamata. Una bambina con lo sguardo attento e il cuore grande. Una che non voleva incasellarsi in una definizione sola, perché sapeva, anche se non avrebbe saputo spiegarselo, che la vita è troppo complessa per incastrarla in un solo nome.
Poi, crescendo, il mondo iniziò a chiederle risposte.
Cosa vuoi fare?
Chi vuoi diventare?
Come pensi di mantenerti?
Quelle domande, che all’inizio sembrano innocue, iniziano a piantare radici. Ti entrano dentro, e a poco a poco, senza che te ne accorga, iniziano a sostituirsi ai tuoi sogni.
Laura ha provato a stare al passo, a costruire, a scegliere con la testa. Ha dato, ha lavorato, ha tenuto insieme le cose. E per un po’, forse, ha creduto che fosse abbastanza.
Ma le crepe arrivano sempre, e non fanno rumore. Non avvisano. Non distruggono tutto in un colpo solo.
Un giorno ti svegli e ti accorgi che non ridi più come una volta. Le cose che prima ti emozionavano, ora ti scivolano addosso, e non ti riconosci più.
E lì, in quello specchio che rimandava il riflesso di una donna che non ricordava più come si sognava, decise che non poteva più continuare così. Non era felice. Non era libera. E soprattutto, non era più se stessa.
La gran parte delle persone si sarebbero arrese e avrebbero detto “è così che va la vita”. Lei no. Laura ha scelto il cambiamento.
Non quello che si racconta nei post motivazionali, con la musica di sottofondo e il prima-e-dopo perfettamente montato. Ha scelto il cambiamento vero. Quello che ti fa tremare e sentire inadeguata. Uno di quelli che non sai dove ti porteranno, ma che decidi comunque di intraprendere.
In mezzo a quella nudità emotiva, Laura ha trovato uno spiraglio. Ha continuato a studiare, a leggere, a formarsi.
Ma soprattutto, ha cominciato a chiedersi: Cosa mi rende felice? Come posso essere utile? Dove posso finalmente essere me stessa, tutta intera, senza più tagliare via dei pezzi di me per compiacere gli altri?
E in quelle domande ha trovato la risposta: il coaching.
Per Laura, il coaching è uno strumento per riscoprire sé stessi. Un modo per rimettere insieme i pezzi e ritrovare quella voce che a volte le persone perdono per strada.
“Non è stato facile. E non è facile nemmeno ora. Ma oggi, guardandomi, posso dire che sono soddisfatta della persona che sono diventata.”
Introversa, forse, ma non chiusa. Il suo senso di sé si definisce nelle relazioni, non nonostante esse. Cerca l’affinità, non la perfezione. Cerca persone che, come lei, vogliano mettersi in discussione, migliorarsi e cambiare.
C’è una grande maturità nelle sue parole. Quella che non arriva con l’età, ma con il dolore. Con le scelte. Con la solitudine che accompagna ogni svolta vera.
Quando parliamo di sogni, Laura non esita. Non sogna castelli in aria. Vuole dare un contributo reale. Vuole aiutare qualcuno a cambiare la propria vita. Soprattutto le donne. Quelle che si portano addosso mille ruoli – madri, compagne, professioniste – e che spesso si dimenticano di se stesse.
Laura non cerca il successo per sé. Non vuole essere un’eroina e non le interessa nemmeno diventare famosa. Cerca un posto da cui poter aiutare. Un equilibrio tra la propria libertà e la responsabilità che sente verso gli altri.
Il suo concetto di successo è tanto semplice quanto rivoluzionario, visti i tempi che corrono: avere uno spazio sicuro, una casa tutta sua, un figlio sano e curioso, una professione che le permetta di fare la differenza.
Oggi è una coach affermata. E no, per lei non è solo un lavoro. È qualcosa che la definisce nel profondo: non fa la coach, è coach.
Mentre parliamo, mi rendo conto che è una di quelle donne che, anche quando cadono, trovano il modo di rialzarsi con grazia. E ogni volta che lo fanno, lasciano una traccia per chi verrà dopo.
Forse è proprio questo il suo dono più grande: non fermarsi mai, e sempre, sempre restare fedele a se stessa.

Laura ha fatto ciò che la gran parte delle persone non avranno mai il coraggio di fare: si è tolta la corazza, ha guardato in faccia le sue crepe e ha scelto di non aggiustarle con la colla, ma di lasciarle aperte.
Perché è da lì che oggi passa la luce.
Io l’ho incontrata in un momento difficile della sua vita. Lo dice lei, senza vergogna. Ma nei suoi occhi c’è ancora quella luce che probabilmente brilla sin da quando era bambina. Quella luce di chi non ha intenzione di mollare mai, anche se a volte sembra l'unica strada percorribile.
La sua storia, infatti, non è quella di una che “ce l’ha fatta”, ma di una che sta facendo. Che ogni giorno sceglie di non perdersi. Che ogni giorno, invece di arrendersi al ruolo che il mondo ha scelto per lei, si prende la libertà di riscriverlo.
Queste sono le persone da cui dovremmo prendere più ispirazione, poiché il coraggio più grande sta proprio nel non aspettare il permesso per diventare chi siamo.
È questo che Laura insegna, anche senza volerlo: che la libertà non è un traguardo da tagliare, ma un modo di camminare.
A testa alta. Anche quando tremano le gambe.
Se anche tu ti senti stretta nei panni che indossi, se hai dimenticato dove avevi messo i tuoi sogni, se ti sembra di non avere più tempo, più energie, più forza… allora sappi che c’è una strada.
Non è facile, non è dritta, non è garantita. Ma c’è. E parte sempre dallo stesso punto: da te.
Laura la sta percorrendo. E se vuoi, puoi camminare anche tu.
Magari cominciando proprio da lei.
Per chi è nuovo da queste parti…
Mi chiamo Riccardo. Sono un viaggiatore senza dimora fissa, giro per il mondo e scrivo online.
Parlo a chi non sente di non appartenere. A chi sogna, ma senza farlo vedere troppo in giro.
Storie vere. Viaggi. Cambiamenti.
Nessuna stronzata.
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Ti ringrazio per il modo delicato e gentile con cui hai riportato la mia storia. E soprattutto, oltre il tuo post, per la bellissima chiacchierata che mi hai regalato 🙂
Sono stata contenta di parlarti face to face, anche se online, e ti aspetto per un bis, quando vuoi 😉
Che bella cosa Rick! Perdonami ma ho fatto un po' una pausa da Substack ma in generale da Internet! Sono molto contento di questo format e che tu la grande Laura vi siete conosciuti!